Le specie vegetali invasive sono un rischio per la biodiversità e la sopravvivenza delle specie autoctone, per questo è importante tenere la loro diffusione sotto controllo con le giuste attrezzature.
Cosa sono le specie invasive e come si diffondono
Quando si parla di vegetazione invasiva, si fa riferimento a quelle specie vegetali che entrano in contatto con un ambiente diverso da quello in cui si sono originate e, in qualche modo (tramite trasporto involontario da parte degli esseri umani, agenti atmosferici come flussi idrici, vento e pioggia, ecc ecc), si diffondono in esso. Le vie di diffusione sono molteplici: sul corto raggio, le piante invasive si diffondono maggiormente vicino alle zone coltivate o trattate dall’uomo, come seminativi, vivai, orti botanici, parchi e giardini. Non a caso le piante invasive sono infatti presenti maggiormente nei sistemi agricoli e nelle città; sul lungo raggio, invece, esse si diffondono sugli argini dei canali e lungo i corsi d’acqua, ma anche sui bordi delle strade e delle ferrovie.
Sebbene questo fenomeno possa apparire come un evento positivo, in realtà mette a repentaglio la sopravvivenza della biodiversità e delle specie autoctone di un ecosistema.
Perché le specie vegetali invasive devono essere gestite
Quando una specie vegetale diversa entra in un nuovo ecosistema, si manifesta un fenomeno che si può definire sostitutivo nei confronti dele specie indigene: le prime si propagano, mentre entrano in competizione con le seconde, aumentando in modo pericoloso la possibilità di eliminarle.
Ma non solo: un altro pericolo, indiretto, riguarda la modifica delle caratteristiche chimiche o fisiche del terreno relative all’alterazione del ciclo dei nutrienti che modificano, anche in modo irreversibile composizione e funzionamento delle comunità invase.
Per questi motivi, l’invasione di specie aliene non è un fenomeno da sottovalutare: è considerata una delle maggiori sfide ambientali del nuovo millennio (Seebens et al. 2017; Pyšek et al. 2020, Clements et al. 2022).
Le tecniche di gestione delle specie vegetali invasive vedono come obiettivo il loro contenimento o la loro definitiva eradicazione.
La scelta di una tecnica rispetto ad un’altra si fonda principalmente sul tipo di specie invasiva, in modo tale che l’intervento di gestione non vada a incentivare l’espansione di altre specie invasive ubicate nelle vicinanze, sull’habitat in cui intervenire per non comprometterne le caratteristiche fondamentali e per favorirne quindi la conservazione e sulla fauna che vive in quell’habitat, affinché venga disturbata il meno possibile.
Tecniche di gestione delle specie vegetali invasive
Il metodo di gestione delle specie invasive può anche avvalersi dell’utilizzo di diverse tecniche contemporaneamente, per molteplici motivi.
Integrare tecniche di controllo meccanico, chimico e biologico, ad esempio, aiuta a ridurre i costi e i rischi per la salute degli esperti e delle piante autoctone.
- Eradicazione chimica: è la tecnica di controllo delle piante invasive che prevede l’utilizzo di erbicidi a base di composti chimici. Pur essendo una tecnica vantaggiosa perché rapida, l’uso di erbicidi chimici di sintesi è fortemente regolamentato perché può avere un impatto notevole sugli ecosistemi e sulla salute dell’uomo e un’applicazione non consona potrebbe addirittura danneggiare le specie vegetali non in target.
- Eradicazione meccanica: consiste nella rimozione delle parti di pianta che favoriscono la diffusione della pianta stessa e può avvenire sia manualmente che per mezzo di attrezzature specifiche. La rimozione delle specie invasive con il metodo meccanico deve essere effettuata solamente da personale esperto e autorizzato, sia per ridurre al minimo i danni alla vegetazione indigena, sia per ridurre al minimo la movimentazione e l’erosione del suolo, soprattutto quando si opera in ambienti vulnerabili o protetti.
Attrezzature per la gestione delle specie vegetali invasive
Quando si decide di attuare una strategia di eradicazione meccanica di una pianta invasiva, le attrezzature risultano un potente alleato per procedere operativamente sull’obiettivo in modo rapido e mirato.
In misura dipendente dalla dimensione dell’area da trattare e dalla specie da eradicare, affidarsi ad escavatori, bulldozer e terne risulta essere una scelta vincente per contenere la diffusione delle specie vegetali invasive.
A questi mezzi, si possono integrare accessori che permettono di aumentare la precisione e la praticità delle operazioni. Tali accessori idraulici, permettono di ridurre al minimo i consumi e gli interventi di manutenzione, incrementando però la sicurezza.
Tra gli accessori utili per gestire le specie vegetali non autoctone, consigliamo:
- benna: una benna modificata, con denti allungati, rende più efficace la trazione delle biomasse vegetali
- pinze: le pinze permettono una presa
- trinciatrice: accessorio ad alte prestazioni che eccelle nella lavorazione di materiali come erba folta, arbusti e rami
- decespugliatore: accessorio che favorisce processo di macinazione di alberi e spazzolatura rendendo il materiale più fine per una rapida decomposizione
- rampino: perfetto per afferrare e movimentare il materiale da un punto ad un altro con facilità
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