Gli archi di disinfezione rappresentano la soluzione perfetta per abbattere le cariche batteriche e i virus degli automezzi in entrata e in uscita dai siti contaminati.
I siti potenzialmente contaminati
Per “sito potenzialmente contaminato” si intende un’area in cui uno o più valori di concentrazione delle sostanze inquinanti rilevati nelle matrici ambientali risultano al limite dei valori di concentrazione soglia di contaminazione (CSC). Tali valori naturalmente variano in rapporto alla funzione della destinazione del sito considerato: per le aree verdi o residenziali i valori sono molto restrittivi, per le aree produttive o commerciali le soglie sono più morbide. Tra le aree potenzialmente contaminate (e contaminanti), rientrano:
- gli allevamenti intensivi: questi possono rappresentare una sorgente di inquinamento di suolo e sottosuolo per gli impatti legati alle deiezioni prodotte dagli animali, contenenti elevate concentrazioni di azoto oltre che di metalli pesanti. La loro criticità tuttavia si riscontra principalmente nella potenziale presenza di residui di farmaci (antibiotici o ormoni) e di metalli. Una non adeguata gestione dei reflui zootecnici ha conseguenze che si riflettono sia sul suolo che sulle acque
- i cumuli di materiali: in questa sezione rientrano le ex cave colmate, e le criticità ambientali a loro legate dalla presenza di materiali che per natura e provenienza sono tra le più disparate: i rifiuti inerti, derivanti principalmente dal reparto costruzioni e demolizioni, comprendenti, ad esempio, scarti di produzione, laterizi, intonaci, calcestruzzo, conglomerato bituminoso, scarti di cemento, ecc. ecc.; i rifiuti eterogenei, ovvero materiali di varia natura, ove solitamente viene rinvenuto amianto; le ex cave colmate, che presentano tutta una serie di problematiche da attribuire in primis ai materiali utilizzati per il loro riempimento, di natura eterogenea, e in secondo luogo al lasso di tempo trascorso dall’avvenuto riempimento
- le discariche: distinte in discariche per rifiuti inerti, per rifiuti non pericolosi e per rifiuti pericolosi, le discariche rappresentano un problema principalmente se non possiedono aree attrezzate (come accade nelle discariche abusive), che permettono un adeguato stoccaggio dei rifiuti fuori terra o interrati. Anche in questo caso, i danni sono riconducibili alla decomposizione o combustione dei materiali, alla putrefazione della parte organica di tali materiali ed alle emissioni di vapori dannosi (nonché di odori sgradevoli) da esse generati. In mancanza di adeguati sistemi di contenimento, i liquami favoriscono l’inquinamento del sottosuolo e della falda acquifera
- le attività produttive: come vuole la definizione, tali aree sono preposte per processi produttivi che generano inquinanti quali solventi clorurati, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), carburanti, ecc. ecc.
Da sito potenzialmente contaminato a sito contaminato
Quando i valori dei contaminanti superano i limiti sito-specifici C.S.R. (Concentrazioni Soglia di Rischio), essi divengono un pericolo per la salute e per l’ambiente e il sito viene decretato a tutti gli effetti contaminato.
Il rischio diventa pericolo quando oltre al superamento dei lavori limite chiamati CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione), i contaminanti incontrano una o più vie di migrazione, attraverso le quali essi si diffondono nell’ambiente. Diffondendosi, i contaminanti penetrano nel sottosuolo raggiungendo le falde acquifere, possono compromettere l’uso (potabile, irriguo, ecc…) dei corpi idrici, possono essere trasportati dal vento, o possono essere inalati o depositarsi sulla vegetazione, entrando nella catena alimentare dell’uomo.
La gestione dei siti contaminati: dalla ricerca alla soluzione
La gestione dei siti contaminati parte dalla ricerca. La ricerca per gestire al meglio il potenziale impatto ambientale si sviluppa tramite lo studio del sito nella sua totalità, analizzando l’obiettivo finale e il suo metodo di realizzazione, passando dallo stoccaggio delle materie prime alla presenza di intermedi di produzione, dallo stoccaggio dei prodotti finiti al trattamento dei reflui e allo smaltimento dei rifiuti. In questa sede è nostra premura analizzare le soluzioni migliori per evitare la contaminazione in entrata e in uscita dai siti contaminati, soprattutto di quelli caratterizzati da un alto flusso veicolare.
Come descritto precedentemente, i contaminanti possono essere trasportati per mezzo degli agenti atmosferici, primo tra tutti il vento, che fanno depositare le particelle inquinanti non solo sulla vegetazione ma anche sui mezzi in entrata e in uscita dai siti interessati. Tutte le superfici di un veicolo esposte all’aria infatti divengono a loro volta vettori di contaminazione, per la quale urge un contenimento adeguato.
A tal proposito, molto apprezzati ed utilizzati sono i sistemi di lavaggio ruote industriali: strutture compatte di carpenteria pesante in acciaio costituite sostanzialmente da due rampe in salita e in discesa adibite al transito dei veicoli, al cui centro è predisposta una linea di lavaggio programmata con getti più o meno potenti e disinfettanti e disinquinanti specifici per le singole esigenze.
Tali attrezzature sono formidabili per rimuovere fanghi e agenti inquinanti dalle ruote dei veicoli, per ridurre praticamente a zero il rischio di subire sanzioni atte a gestire l’inquinamento stradale (come spiegato in questo articolo) e anche per rendere “smart” il proprio cantiere o sito di lavoro, senza stravolgere il software gestionale aziendale (il tutto viene spiegato qui).
Gli archi di disinfezione per disinquinare tutte le superfici dei veicoli
Benché i sistemi lavaruote siano perfetti per disinquinare le ruote dei veicoli, alcune situazioni richiedono un intervento che riguarda tutte le superfici di un veicolo. Un’altra soluzione da considerare consiste negli archi di disinfezione. Questi sistemi di disinfezione veicolare consistono, come la definizione suggerisce, in un arco angolato ove sono posti diversi anelli di nebulizzazione che trattano tutte le superfici in contatto con l’aria del veicolo che vi transita attraverso. Si tratta di strutture più leggere rispetto ai lavaruote ma altrettanto valide per sventare il pericolo di contaminazione.
Tecnoter, da sempre vicina al pianeta e alla problematica dell’inquinamento ambientale, progetta sia sistemi di lavaggio ruote che sistemi di disinfezione veicolare, tra cui gli archi di disinfezione.
Tra i modelli che propone, in efficaci per prevenire la diffusione di malattie e virus nelle aree lavorative a rischio, troviamo:
– i sistemi di Disinfezione Veicolare serie VDS, particolarmente efficiente, facilmente installabile, robusti e completamente modulari. La semplicità di espansione e la possibilità di adattare la struttura alle diverse esigenze operative rendono i sistemi VDS la scelta ideale sia in ambito zootecnico che in ambito industriale. L’utilizzo dei sistemi VDS aiuta a difendere l’ambiente e rappresenta un sicuro investimento nel tempo
– i sistemi di Disinfezione Veicolare serie VDS.T01, completamente automatici, compatti, leggeri e facilmente trasportabili. Questi sistemi possono essere opzionalmente equipaggiati con accessori dedicati alla riduzione di contaminanti multipli e con pannelli di protezione specifici per zone ventose.
Installati in moltissimi siti sia in Italia che all’estero, le serie VDS e VDS.T01 assicurano la massima biosicurezza, disinfestando in maniera automatica e completa gli automezzi che entrano ed escono dalle zone potenzialmente inquinanti e inquinanti, permettendo parallelamente il rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Il loro punto di forza sta nella facilità dell’installazione, attuabile anche da personale non specializzato.
Per saperne di più sugli archi di disinfezione veicolare, contattaci tramite questa pagina senza impegno.